Arnie per Api: tutto ciò che c’è da sapere

Se state pensando di fare gli apicoltori, ci sono molte cose da sapere prima di procedere con quella che è una vera e propria professione, oltre che una passione. Le api sono degli animali sociali, come l’uomo: hanno bisogno di vivere insieme ad altre api. Un’ape che si perde dall’alveare può sopravvivere fino a due o al massimo tre giorni.

Dove allevare le api: ecco le arnie

La vita delle api si svolge in modo operoso: non per nulla, sono conosciute come api operaie. Producono miele, polline, pappa reale, cera… trascorrono gran parte della loro vita a servire la regina dell’alveare.

Per coloro che vogliono costruire una “casetta” per le apile arnie sono il posto migliore. Questo strumento è fondamentale per ogni apicoltore: in questa vera e propria struttura artificiale le api risiedono. Contate che una famiglia di api contiene al suo interno tra i 50.000 e i 60.000 esemplari. Nelle famiglie più numerose se ne possono contare persino 90.000.

Le api hanno una struttura sociale molto complessa, di sicuro una delle più organizzate in natura: si suddividono in tre caste, ovvero l’ape regina, i fuchi e le api operaie. Ognuno di questi ha un lavoro specifico e svolge un ruolo fondamentale nelle arnie.

L’apiario, invece, è molto più avanzato: contiene molte più arnie e, dunque, ospita molteplici famiglie (o sciami).

Tutte le tipologie di arnie esistenti: qual è la migliore?

Un’arnia è composta da diverse parti: il coprifavo, il tetto, il telaio mobile, la camera di allevamento, il rialzo melario e il fondo.

Sul mercato, possiamo trovare disponibili diversi modelli di arnie, suddivise in materiali o tipologie. C’è l’arnia rustica, situata nella cavità delle piante, quella razionale, che si suddivide in pannelli fissi o cornici mobili, che sono sempre costruite dall’uomo per allevare le api. Tra le arnie più famose troviamo la Langstroth, la Layens, la Keniana e la Dadant.

Le arnie consentono di allevare le api nel modo migliore, senza distruggere o intervenire sul loro habitat naturale, ma consentendogli di riunirsi in un posto più specifico.

Tutt’oggi la più utilizzata è la Langstroth, che è anche tra le più consigliate sul mercato.